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Chaga, il gioiello prezioso della Natura

Fungo parassita che cresce sulle piante del genere Betula nel nord America e nell’Eurasia a temperature bassissime. Se ne usa lo sclerozio che erompe dall’interno verso l’esterno; è duro e profondamente frastagliato, di colore scuro, al punto che sembra sia stato bruciato.

chaga

Considerazioni generali

Il Chaga è considerato il Re dei Funghi medicinali per: la spiccata proprietà tonica-adattogena e la capacità di agire come modificatore della risposta Biologica naturale. Vanta una lungo utilizzo in Russia (Befungin), sin dal 1955, e in Finlandia, quale sostanza in grado di favorire l’adattamento alle condizioni di stress, di conservazione della fisiologica integrità e naturali per la protezione delle cellule grazie anche all’eccezionale capacità antiossidante (SOD) che nella scala di valutazione ORAC raggiunge il punteggio massimo tra le sostanze conosciute. Gli effetti dei singoli componenti attivi di questo fungo (acido betulinico, fenoli, triterpeni, polisaccaridi) sono noti da decine di anni. Le popolazioni euroasiatiche lo usavano come antinfiammatorio, soprattutto a vantaggio del sistema gastrointestinale.

“NELLA MEDICINA POPOLARE È IL FUNGO PER LA DEPURAZIONE INTERNA DA SEMPRE USATO SOTTOFORMA DI INFUSO”

Un po’ di storia

Nelle popolazioni Khanty dell’ovest della Siberia era preparato come tisana per il trattamento di numerose alterazioni e per la depurazione interna. Il decotto era anche usato dalle donne come detergente intimo durante le mestruazioni e per pulire i neonati in quello che era un vero e proprio “bagno rituale”. I Cree lo usavano come incenso per il suo profumo dolce e per accendere il fuoco. I guaritori di questa popolazione nativa americana lo chiamavano posahkan o wiskakecak omikih, personaggio mitologico.
Fu impiegato anche per la moxibustione, come l’Artemisia, dando fuoco ai pezzettini in prossimità di punti specifici per regolare il flusso dell’energia vitale. Presso la tribù nomade dei Nenets siberiani il chaga era in uso come cauterizzante; era posto sulla punta di un coltello, acceso e bruciando uniformemente elargiva una grande quantità di calore. Sono citati altri impieghi eclettici del fungo: per la preparazione della birra, come sapone oltre ad essere fumato come tabacco. Alcuni autori riportano la notizia secondo cui nel XII° secolo lo zar Vladimir Monamah si fosse curato un cancro labiale con questo meraviglioso fungo.
Gli abitanti delle montagne della Siberia usavano bere tutti i giorni il té preparato con questo sclerozio. Ben presto la notizia delle virtù si diffuse in tutta la Russia e da li raggiunse le regioni del Baltico.
Tracce dell’uso medicinale del Chaga si trovano anche in Giappone dove era usato per promuovere la salute in generale e come rimedio per i problemi dello stomaco oltre ad essere apprezzato come antinfiammatorio.
Altri riferimenti provengono da Polonia, Norvegia e Finlandia.
La definitiva consacrazione di fronte al mondo intero avvenne nel 1968 ad opera di Alexander Solzhenitsyn, vincitore del premio Nobel con la novella dal titolo Padiglione Cancro.

Un po’ di Scienza

L’Inonotus obliquus è balzato alla luce della ribalta dopo che i ricerca- tori hanno potuto verificare che il suo potenziale in qualità di antiossidante, secondo la scala ORAC, al di sopra di qualsiasi altra sostanza attualmente conosciuta in Natura (Wolfe 2011).
Secondo gli studi condotti da Cui e colleghi del 2005 e, in particolare, in quelli di Zheng e colleghi del 2010, questa proprietà deriverebbe da un insieme di sostanze tra cui:

  • Composti fenolici: polifenoli, complessi costituiti da Melanina, flavonoidi
  • Polisaccaridi: beta e alfa glucani
  • Saponine: astragaloside IV, gipenoside 49
  • Ergosterolo: provitamina D2 (ergocalciferolo)
  • SOD: 25-50 volte più potente del Ganoderma, Agaricus, vitamina C, mirtillo
  • Triterpeni: acido betulinico, ispolon, ispidina, inonobiline A-B-C, phellegridine D-E-G, interfunginee A-C

Il chaga produce una quantità di metaboliti che hanno azione anti-radicalica, fuori dal comune, soprattutto rispetto a: anione superossido, DPPH, ABTS. Risulta molto efficace nel contrastare lo stress ossidativo.
Il contenuto di melanina nel Chaga risulta il più alto presente in Natura, ad azione antiossidante (Olennikov 2012) e genoprotettiva (Babitskaya 2002, Bisko 2002). Queste sostanze sono oggi oggetto di studi per la rilevanza che potrebbero avere in futuro da un punto di vista farmacologico per la protezione del DNA, soprattutto di quello mitocondriale.
Altra sostanza estremamente interessante è l’acido betulinico. Defini- ta da alcuni autori come una delle più importanti scoperte tra 2500 estratti vegetali analizzati, per la selettività dell’azione citotossica. Ad essa sono ascritte proprietà particolari, infatti è in grado di indurre una morte programmata (Pezzuto 2003) “nelle cellule del melanoma umano lasciando inalterate quelle sane” (Michael H, Barnes J, Gib- bons S, Williamson EM, Fondamenti di farmacognosia e fitoterapia, Elsevier Ltd, 2012).
Inoltre ha proprietà: antibatterica, antimalarica, antinfiammatoria (Dutta D. 2016).

“LA MELANINA È PIGMENTO DIFFUSO NEL MONDO NATURALE IN PARTICOLARE NEL CHAGA”

CONTENUTO: CIRCA 200 BIOCOMPONENTI TRA CUI: POLISACCARIDI: (SS-GLUCANI, ∂-GLUCANI, XYLOGA- LATTOGLUCOSI); FITOSTEROLI (LANOSTEROLO, INOTODIOL, FECOSTEROLO); VITAMINE: B2 , ERGOSTEROLO (PRO VIT. D2). MINERALI: POTASSIO, MANGANESE, ZINCO, CESIO, RUBIDIO, GERMANIO E ALTRI ANCORA; POLIFENOLI (DBL, INONOBLINE A, PHELLIGRIDINA D); TRITERPENI (BETULINO E ACIDO BE- TULINICO); MELANINA.